“Il tempo è indispensabile all’uomo perché, incarnandosi, egli possa realizzarsi come persona… Il Tempo è uno stato. E’ la fiamma nella quale vive la salamandra dell’anima dell’uomo.”
(Andrej Tarkovskij, Scolpire il tempo)
La definizione data da Tarkovskij al tempo dell’esistenza, distinto dal tempo lineare e storico, può aiutare a leggere la ricerca di Caterina Nelli, che fa del tempo una materia viva del proprio lavoro. Le sue opere fotografiche, pittoriche e installative, infatti, lo condensano, lo plasmano e ne restituiscono una densità costitutiva, piuttosto che evenemenziale. Nella serie intitolata La Resa (2006) l’artista si ritrae in diverse pose, brandendo una bandiera bianca che simboleggia l’arrendersi alla sovradeterminazione degli eventi come a liberare un tempo proprio. L’uso stesso della camera stenopeica per la realizzazione dei ritratti fotografici di giovani amici Long Portraits (2007) impone tempi di esposizione molto lunghi e fa sedimentare il tempo individuale delle persone ritratte, come a catturarne più nel profondo la personalità. Nel lavoro di Caterina Nelli i diversi soggetti assumono una valenza similare, svelando e producendo una forte prossimità con l’artista e con chi guarda. Ne sono testimonianza le fotografie stenopeiche della serie BIT (2006) che ritraggono macchinari tecnologici obsoleti, o quelle di del work-in-progress Nature Recordings (2009) dove alcuni scorci di natura restituiscono lo sguardo e l’esperienza fisica di chi l’ha attraversata.
Anche i lavori pittorici sono frutto di sedimentazioni temporali. Si tratta in prevalenza di monocromi in cui gli strati di colore vengono dati a spatola e poi scanditi con il righello. In Dittico I (2010) l’artista crea un dialogo diretto tra i due media: da un lato una grande composizione di istantanee notturne ‘automatiche’, riprese nel corso di tre anni senza guardare nell’obiettivo e stampate su carta baritata, smaltata e usurata dal tempo (Forgetmenot), dall’altro un quadro dipinto nello stesso periodo (EuroFun II) in cui all’irregolarità delle stesure di colore fa da contraltare la volontà di regolare la superficie pittorica. La giustapposizione delle due opere crea una sintesi tra due modalità espressive autonome ma sinergiche: l’una diventa scheletro dell’altra, costituendo la traccia di uno stesso percorso.
Anna Daneri |
Born 1979, Rome.
She lives and works in Rome, Italy.
Solo shows
2007: Long Portraits, Archivio di Stato Sant’Ivo alla Sapienza, Rome, Italy
2006: Bit/La Resa, Fondazione Adriano Olivetti, Rome, Italy
2003: In Progress, Locarno Film Festival, Locarno (CH), Italy
Group shows
2010: Le Danse Macabre, NOMAS Foundation, Rome, Italy
2008: Eppur si muove (And yet it moves), Fondazione Re Rebaudengo, Guarene d’Alba and Fondazione Edoardo Garrone, Palazzo Ducale di Genova, Italy |