Il mondo in cui viviamo è senz’altro sovraffollato di immagini, dalla loro manipolazione propagandistica, e dalla commistione di realtà e finzione che esse permettono. La ricerca di Danilo Correale mira a indagare come questi meccanismi non producano solo interpretazione del reale ma in certi casi si prodighino a dare vita al reale stesso piuttosto che semplicemente rappresentarlo. Le immagini sono infatti dei documenti e dunque hanno la funzione di informarci o educarci su una situazione non presente o certificarne una presente. In tale veste sono delle produttrici di filtri (temporanei e a lunga durata) attraverso cui la realtà è percepita; ma possono anche essere strumenti di trasformazione e correzione di eventi reali, narrazioni o fictions dettate da convenienze politiche o ideologiche o riformulate da ribellioni a visioni del mondo ereditate.
L’artista individua nella circolazione e nella diffusione dell’immagine elementi che, combinati con il modo in cui esse sono associate in narrazioni e dialoghi, garantiscono gli strumenti per l’esercizio di un potere immateriale e non del tutto ideologicamente compatto. Le sue operazioni di détournement si avvalgono di un’indagine sul grado di partecipazione attiva o passiva a questi strumenti e di come questi codici possano attivare il potenziale di rivolta risultante in qualsivoglia azione iconoclastica, sia essa concettuale o materialmente dissacratoria. Quest’ultimo aspetto che tematizza la ribellione e la sua ricorrenza assume nella pratica di Correale una valenza politica ed estetica come impulso violento di correzione del reale e della sua finzione rappresentativa.
In It Will Be Ready for Tomorrow… (2009), egli assembla la sua raccolta di “source images” in una tassonomia tutta particolare che comprende categorie quali: Archetipi fantascientifici, Iconoclastie, Barricate, Industrie Kodak, Autobombe e Scritte sui muri. L’aspetto iconico della fotografia diventa per Correale il territorio metaforico da mettere in luce come luogo di combattimenti e continua negoziazione della nostra presa sul mondo. Quello che ne risulta è uno sguardo critico che smaschera i sistemi che regolano la rappresentazione della realtà. Le sue sculture e fotografie sono una serie di azioni che puntano a rivalutare l’affidabilità e la presunta trasparenza dell’immagine fotografica ma anche di ogni archivio della memoria.
Francesco Manacorda |
Born 1982, Naples.
He lives and works in Naples, Italy, and in Ghent, Belgium.
Solo show
2010: Mosh Pit Control, Galleria Raucci/Santamaria, Naples, Italy
Group shows
2011: Bedtime Stories Badtime stories, Supportico Lopez, Berlin, Germany
2010: Manifesta 8, The European Biennial of Contemporary Art, Murcia, Spain
Give and Take, Group show of the CSA V Fondazione Ratti, Via Farini, Milan, Italy
Sindrome Italiana, Magasin - Centre National d’Art Contemporain de Grenoble, France
Practicing Memory in a time of an all-encompassing present, Pistoletto Foundation, Biella, Italy
2009: Transit 2, PIST , Istanbul, Event of the 11th Istanbul Biennial, Istanbul, Turkey |