Rita Casdia

UFOr3, 2009, video animation 3’59’’

Il mondo della fantasia, dall’apparenza così lieve e giocosa, a volte conduce in posti bui e reconditi, oppure scava nel profondo del nostro animo, mettendo a nudo verità scomode da raccontare. Il gioco è il linguaggio scelto da Rita Casdia per narrare le sue storie, che come alcune fiabe, a volte, hanno una fine non così lieta. Ma l’abbaglio iniziale permette di percorre queste strade scomode e sconnesse: dove capita di incontrare bamboline in plastilina dagli occhi sgranati e i capelli multicolor, protagoniste dall’aria sprovveduta e casuale di fatti epocali, dei quali non sanno minimamente fornire spiegazioni. Questi piccoli pupazzetti hanno l’aria perennemente smarrita, interrogano e si interrogano senza controbattere con nessuna risposta. Sanno solo proseguire un cammino intrapreso, e portarlo fino in fondo, quale che sia la conseguenza, senza preoccuparsene. Rita Casdia plasma oppure disegna queste figure sottili in punta di matita, linee che si aggrovigliano e poi si sciolgono ascoltando misteriosi ritmi.

Ed è attraverso queste piccole figure, silenziose e vagamente inquietanti, che si possono finalmente raccontare le proprie paure: l’abbandono, la paura del confronto, quella di non essere all’altezza dei canoni imposti dalla società, di non riuscire ad incontrarsi con l’altro.

Dialoghi complessi, dove questi piccoli personaggi non temono di svelarsi fino in fondo, mettendo in bella mostra, e senza pudore alcuno, sentimenti devastanti, passioni sbagliate, o non adatte alle circostanze, insomma tutto il repertorio delle complicate relazioni umane e sociali, giocando con le inadeguatezze e con la costante perdita di certezze.

Nei video -realizzati con un lungo e complesso lavoro di creazione delle figurine e poi della loro animazione mediante migliaia di scatti fotografici- capita spesso che la bamboline in plastilina si confrontino con la realtà, passeggino in città vere, si muovano tra architetture e giardini, moltiplicando all’infinto il senso di estraneità e di disagio, sottolineando la fragilità della loro esistenza.

Paola Nicita

Born 1977, Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
She lives and works in Milan, Italy.


Solo shows

2011: dreamless, NotGallery - Lithium project, Naples, Italy
2010: MiniBaby, Galleria Nuvole, Palermo, Italy

Group shows

2010: 39° Festival du Nouveau Cinéma, Montreal, Quebec, Canada
LET’S PLAY, Cittadella (PD), Italy
TO FIND A VIDEO, Castello di Rivara, Turin, Italy

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