Christian Tripodina

Orchard, 2010, wooden showcase table, glass, various objects, radio, audio-cassette, 200x80x100 cm

“Viviamo in una realtà dove abbondano i prodigi, ma li vedono soltanto coloro che hanno sviluppato le proprie percezioni.”
(Alejandro Jodorowsky, La Danza della realtà)

L’opera di Christian Tripodina è contraddistinta da piccoli gesti detournanti (spiazzanti) che evidenziano quanto di speciale, unico e talvolta magico si nasconda sotto le pieghe del nostro quotidiano. Le sue sperimentazioni multimediali - rigorosamente lo-fi- danno vita a video, installazioni, disegni, collages, lavori sonori e performances in cui emerge un’attenzione nei confronti della natura, intesa non come ideale ma, come alternativa possibile. La costante del lavoro dell’artista è infatti una continua commistione tra arte e vita, all’insegna di una critica sottile all’entropia tecnologica, all’ipertrofia dei consumi e al decadimento ambientale.

In Farewell, goodbye forever (2009) Tripodina compie l’ascesa di una montagna, trascinando dei legni trovati e portando fino alla cima una valigia, che custodisce tutto il necessario per costruirsi un rifugio temporaneo, a metà tra altare pagano e tenda da bivacco. La fauna che potrebbe abitare questi luoghi è presente in Fragments (2009) serie di cartoline realizzate con i fogli di un’enciclopedia, in cui gli animali raffigurati vengono strappati producendo un effetto di sospensione e di apertura all’immaginazione. Ma è con Orchard che la poetica di Tripodina si definisce in modo più preciso. Iniziato nel 2008 con la creazione di un frutteto su un terreno incolto in una valle che lambisce la città, Orchard è un progetto in continuo divenire, che prevede l’interazione di un gruppo di persone coinvolte nella costruzione di una realtà autosufficiente: la casa, costruita con materiali di recupero, è alimentata da pannelli solari, utilizza l’acqua deviata da un torrente vicino ed è fornita di un orto e di un frutteto, appunto. Il luogo è pensato per dare vita a interazioni con altri artisti e musicisti, e risuona a distanza attraverso una serie di lavori ed eventi: un’installazione realizzata nel 2010, con al centro una teca costruita con il legno di un castagno, custodisce ‘reperti’ trovati dall’artista ed è accompagnata da una traccia audio che evoca le diverse fasi della sua costruzione; una performance, Coral Gardens and Their Magic (2011) presenta un rituale di scambio di oggetti e un vinile custodirà le sonorità prodotte nel frutteto, trasportandoci in un altrove molto prossimo.

Anna Daneri

Born 1981, Genoa.
He lives and works in Genoa, Italy, and Berlin, Germany.


Solo shows

2010: Orchard, Chan Contemporary Art Association, Genoa, Italy
2009: Farewell, Goodbye Forever, Rebecca Container Gallery, Genoa, Italy

Group shows

2009: XIV Biennial of Young Artists from Europe and Mediterranean, Skopje, Republic of Macedonia
2008: Mulhouse Art Fair, Parc des Expositions, Mulhouse, France
Arte Italiana/Contemporary Art, Sharjah Emirate, United Arabian Emirates

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