Ho incontrato Alessio delli Castelli la prima volta al piano. Cantava e suonava un romanzo di Virginia Wolf. Il pianoforte e le zone limitrofe erano popolate da piccole sculture, stampe, annotazioni, postille... Ho pensato che la sua attitudine fosse plastica, indipendentemente dalla varietà dei mezzi espressivi messi in campo. Successivamente mi sono imbattuto in una sua stanza di lettura in cui congiuntamente a romanzi, saggi, cataloghi, vinili, dvd e volumi d’enciclopedia (tutti espressioni di vari contesti e ambiti d’interesse) l’osservatore era principalmente invitato alla lettura di tre volumi scritti dall’artista stesso: A Game in Phrase Making è una non Storia basata sulla ripetizione di un errore; Scribbled Notes, il suo manoscritto, in cui le parole si alternano alle immagini. E in conclusione un terzo volume puramente visivo, una sorta di intimo regesto, una collezione di personali annotazioni intese come tentativi fallimentari, schizzi senza ulteriore destinazione al di fuori delle pagine di He Was A Failure. Forse un tentativo di autoanalisi!
Comunque sia, alla base di questa ricerca c’è una riflessione profonda e composita sul linguaggio e sulla possibile intersezione tra le arti. Scultura, Musica, Letteratura convivono e dialogano nelle loro specifiche posizione e in reciproco scambio. Alessio delli Castelli è infatti scultore, scrittore, musicista, cantante e ricercatore allo stesso tempo e nello stesso momento. Ognuna di queste discipline non viene esercitata esclusivamente nella specificità del suo ambito, ma diventa anche metodo e linguaggio per spiegare le altre. La Musica racconta la Letteratura così come l’Immagine diventa Parola.
La recente Auffrichtige Anleitung è una performace per pianoforte e metronomo. Un lavoro sulla monumentalità come Misura, piuttosto che come indice di un certo tipo di rappresentazione plastica. Una questione di proporzioni interne come sosteneva Brancusi. Alessio delli Castelli ingigantisce la proiezione di un metronomo posizionato al centro della stanza e acutizza il suo rintocco che troneggia sulla base di un pezzo di J.S. Bach in nove differenti velocità. Un brano sulla ripetizione che raggiunge, durante la performance, il doppio della velocità nella metà del tempo previsto e nel momento in cui compie la sua ultima ripetizione. Un pezzo su come insegnare la musica e scandire il tempo. In altre parole, forse, l’esorbitazione artistica di un processo didattico.
Milovan Farronato |
Born 1979, York (UK).
He lives and works in Berlin, Germany.
Solo shows
2009: Books, Books Grew of Themselves, AC Galerie, Berlin, Germany
TIME PASSES, Spazio Magenta, Milan, Italy
Group shows
2011: An Exchange with Sol Lewitt, Cabinet, Brooklyn, New York, USA
2010: Sie Leben, AC Galerie, Berlin, Germany
2009: Usine de Rêve, 26cc, Rome, Italy
2008: A Personal Shout, White Columns, New York, USA |